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La pace solo con l'Ucraina nell'Ue? Il Bureau Chief di Bloomberg a il Dolomiti: “Ora per l'Occidente bisogna vincere sul campo, ciò che Putin teme è il 'contagio' democratico"

Il Bureau Chief di Bloomberg a Roma, Alessandro Speciale, analizza le possibili prospettive di pace per l'Ucraina: "Per i capi di governo occidentali, è evidente che l'unico modo in cui si può costruire la pace attualmente è sul campo di battaglia, sconfiggendo l'invasione russa"

Di Filippo Schwachtje - 11 maggio 2022 - 06:01

TRENTO. Mentre dalla Piazza Rossa Putin parla della “minaccia” ai confini rappresentata dalla Nato e di come l'invasione dell'Ucraina sia in sostanza un “attacco preventivo”, l'orizzonte temporale per un cessate il fuoco nel Paese si allontana di settimana in settimana, con le bombe russe che, solo pochi giorni fa, hanno colpito una scuola nel villaggio di Bilohoriva (nell'Est del Paese) uccidendo 60 persone: quali sono quindi al momento le prospettive di pace per l'Ucraina? Per cercare di rispondere a questa domanda il Dolomiti ha contattato il Bureau Chief di Bloomberg a Roma, Alessandro Speciale: “Per i capi di governo occidentali, è evidente che l'unico modo in cui si può costruire la pace attualmente è sul campo di battaglia, sconfiggendo l'invasione russa. Ciò che Putin teme di più però è l'avvicinamento dell'Ucraina all'Europa e i possibili effetti del 'contagio' democratico”. 

 

Il problema alla base, spiega Speciale: “E' che per la diplomazia ed il dialogo bisogna sedersi al tavolo in due. In questo momento però una delle parti in questione, la Russia, chiaramente non sta cercando una soluzione diplomatica o il dialogo con l'altra, l'Ucraina”. Gli stessi leader europei che nelle scorse settimane chiamavano regolarmente Mosca, ora hanno smesso: “Pochi giorni fa Macron ha parlato con Putin per oltre due ore, ed il dialogo non ha portato a nulla, anzi. A quanto si riferisce il presidente russo è sempre più immerso nei suoi deliri di potenza”. Nel breve periodo insomma, l'unica strada per costruire la pace è vincere sul campo di battaglia e fermare l'invasione russa. “Come ha detto Zelensky – spiega Speciale –  per cominciare a dialogare la Russia dovrebbe quantomeno ritirarsi sulle posizioni del 23 febbraio, precedenti quindi all'attuale fase, al tentativo di invasione e al massacro della popolazione ucraina. E dobbiamo ricordare che già allora il Cremlino occupava illegalmente la Crimea e parte del Donbas”.

 

Una delle critiche (più o meno esplicite) che diversi opinionisti ed esponenti politici italiani continuano a muovere alle potenze Occidentali è in sostanza di non aver fatto abbastanza per favorire una “soluzione diplomatica”. Ma al momento, ribadisce il Bureau Chief di Bloomberg a Roma: “Non sembra esserci da parte russa la volontà di nessun tipo di dialogo che non sia portato avanti con la forza delle armi. È per questo che gli alleati occidentali (e non solo) stanno continuando a fornire armamenti affinché l'Ucraina possa difendersi”. 

 

Allungando però l'orizzonte al di là di un eventuale cessate il fuoco, come è possibile immaginare una pace in Ucraina con un 'vicino' aggressivo e pericoloso come la Russia? “Zelensky ha parlato di una possibile neutralità, da garantire sulla base di un'assicurazione di integrità territoriale e di non aggressione – spiega Speciale – ma l'Ucraina è una democrazia ed un'eventuale decisione dovrà passare quindi dalla popolazione”. Si parla ovviamente di una prospettiva lontana al momento, ma ciò che si può rilevare è che la stessa popolazione ucraina ha votato per un Parlamento che negli anni ha spinto per un progressivo avvicinamento all'Unione Europea. Unione che, in questo contesto, potrebbe rappresentare, oltre che un incredibile volano di sviluppo, anche una garanzia di sicurezza futura per il Paese al di fuori della Nato

 

“L'ingresso nella Nato potrebbe non essere necessario – continua infatti Speciale –. L'interesse dell'Ucraina nell'Ue rappresenta di per sé un chiaro orientamento ed è una scelta che la popolazione ucraina ha portato avanti nonostante tutta l'influenza che il Cremlino ha cercato di esercitare negli anni”. Di fronte alla prospettiva della fine dell'invasione e a solide garanzie di sicurezza, dice in sostanza il Bureau Chief di Bloomberg a Roma, la questione più importante per la popolazione ucraina sarebbe proprio l'ingresso nell'Ue. Un obiettivo del quale lo stesso Zelensky ha più volte parlato dall'inizio dell'invasione, arrivando a presentare una richiesta ufficiale per avviare le procedure d'ingresso.

 

Un'interessante interpretazione vede addirittura nella Nato niente di più che uno specchietto per le allodole per Mosca, il cui vero timore in realtà sarebbe proprio una più massiccia integrazione europea ai suoi confini: “Nel 2014 la situazione in Ucraina è precipitata – dice Speciale –  dopo la decisione dell'allora presidente filo russo, Yanukovyc, di non firmare un trattato di partenariato con l'Unione Europea. Il Cremlino è spaventato perché l'Ue porta ricchezza, democrazia, sviluppo economico, sociale, civile: sono moltissimi i russi che hanno legami di parentela in Ucraina e che di conseguenza potrebbero essere testimoni diretti del miglioramento delle condizioni di vita che l'Ue è in grado di garantire. È già successo con tutti gli Stati dell'Est Europa che erano stati sotto il controllo dell'Unione Sovietica, ma l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue, proprio in ragione degli strettissimi legami tra la popolazione russa e quella ucraina, porterebbe nel giro di una decina d'anni a conseguenze di un diverso ordine di grandezza per la leadership di Mosca, che vedrebbe indebolita sempre di più la sua retorica di regime”.

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